“ Facite Ammuina ! ”
Gentili lettori ,
a partire dalla metà dell’Ottocento si diffuse negli ambienti militari , e precisamente marinareschi dell’epoca, un falso editto della Marina Borbonica che prescriveva il comportamento da tenere sulle regie navi quando un alto ufficiale o una autorità le avesse visitate , allo scopo di mostrare un fervore lavorativo che in realtà sulle stesse non esisteva :
All’ordine Facite Ammuina:
tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa
e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora:
chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra
e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta:
tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa
e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio
passann’ tutti p’o stesso pertuso:
chi nun tene nient’ a fà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à”.
Il che in lingua italiana suonerebbe così :
All’ordine Facite Ammuina (create confusione) :
tutti coloro che stanno a prua vadano a poppa
e quelli a poppa vadano a prua;
quelli a dritta vadano a sinistra
e quelli a sinistra vadano a dritta;
tutti quelli sottocoperta salgano sul ponte,
e quelli sul ponte scendano sottocoperta,
passando tutti per lo stesso boccaporto;
chi non ha niente da fare, si dia da fare di qua e di là.
Ma era uno tutto uno scherzo!
In realtà non si trattava di un regio decreto, ma di uno scherzo probabilmente redatto dagli allievi di quella che oggi si chiama la “Nunziatella” , ex collegio militare della città di Napoli . L’origine della parola “ammuina” , come del resto molti termini del dialetto locale per via della lunga dominazione , è spagnola , dal verbo “amohinar” , cioè “fare confusione” .
Fare confusione!
E guardando ai mercati nella passata settimana, soprattutto quello dei cambi , viene il sospetto che i recenti andamenti delle divise siano stati ispirati più a incertezze che a certezze : quelli che erano scesi sono saliti , quelli che erano saliti sono scesi, come i marinai sulle navi borboniche del falso decreto, sulla base di aspettative che dopo il dato sull’inflazione Usa recentemente diffuso si sono modificate in modo tale da far invertire la rotta a molti dei più importanti cross valutari , soprattutto , ma non solo , quelli con lo Yen , in quanto il differenziale dei tassi di interesse con quella divisa è atteso in riduzione .
La divisa giapponese è inoltre , a causa del suo costo minimo in termini di tasso , la preferita per le operazioni di carry-trade , che consistono nel finanziarsi in Yen per acquistare divise più remunerative in termini di rendimento e/o asset finanziari , e che sono molte volte alla base di trend ben definiti . Un breve panorama degli ultimi eventi è nei prossimi grafici :
Solo per citare gli esempi più eclatanti , ma se ne potrebbero fare molti di più .
Tipo quello dell’indice azionario relativo all’Europa che trovate nella tabella degli andamenti settimanali , passato da un -3,09% della precedente ottava a un +2,94% dell’attuale .
Effettivamente può disorientare chi cerca una chiave di lettura stabile , ammesso che esista nella psicologia di mercati sempre più orientati al breve periodo , con il contributo degli algoritmi che dominano i sistemi di trading automatizzati , pronti a veloci inversioni tattiche al superamento di soglie prefissate .
Ve li immaginate i marinai borbonici dell’esempio iniziale a spostarsi sulla nave affidandosi a qualche sistema di navigazione “ante litteram” ? I più svogliati nelle loro funzioni sarebbero stati scoperti grazie al riconoscimento facciale ? Il “boccaporto” attraverso il quale transitavano dal sottocoperta al ponte superiore si poteva aprire grazie a sofisticati sensori di prossimità ?
E allora , senza rinunciare alla “poetica” della spontaneità del comportamento umano , e senza negare il ruolo del progresso tecnologico nel concorrere allo sviluppo economico delle Nazioni , si può forse ricorrere a qualche indicatore che sia meno soggetto ai singulti dei mercati e delle mutevoli opinioni di chi vi opera ; se restiamo nel campo delle aspettative di inflazione, protagoniste degli ultimi scossoni di mercato, sintetizzate dalla differenza tra i rendimenti dei titoli obbligazionari indicizzati a quel parametro e quelli a tasso fisso , e le confrontiamo con il prezzo della principale fonte di energia tuttora predominante , cioè il petrolio (alla base anche di molte produzioni chimiche ed industriali) , si nota una interessante regolarità negli andamenti :
Regolarità
Regolarità nel senso di una evidente correlazione diretta tra prezzi dell’oro nero ed aspettative di inflazione . Molto intuitivo , quasi banale nel concetto , ma forse più utile nella sua immediatezza , rispetto ai calcoli multi-thread dei sofisticati sistemi attuali , concepiti per rendere semplice quello che è complesso, ma che talvolta sortiscono l’effetto contrario , perdendo di vista gli obiettivi finanziari per inseguire i trend di brevissimo che presentano opportunità operative ma solo a costo di continui tatticismi , lasciando poco tempo e spazio ad altre attività umane .
E poi , vogliamo forse precludere ai solerti marinai delle Regie navi dell’esempio iniziale il meritato riposo tra le fasi di “ammuina” necessarie al governo di un bastimento tanto difficile da governare ?
Oltretutto , in caso di improvvisa tempesta , meglio essere preparati ed efficienti () . Cioè , fuor di metafora , è fondamentale essere aggiornati sugli eventi finanziari , ma i trend economici che sostengono ed indirizzano i mercati non sono mai di breve durata : timone ben saldo quindi tra le mani , sulla rotta che ci siamo prefissi .
Andamento dei principali indici e mercati e commento
Invertita la tendenza della settimana precedente grazie al miglioramento delle aspettative sulle prossime mosse delle politiche monetarie, i rendimenti del decennale Usa tornano sotto il 4% , soglia dei relativi massimi pluriannuali , con contestuale indebolimento del Dollaro Usa che , superata la soglia di 1,10 , pur scontando ancora il rialzo dei tassi di 25 bp da parte della FED nella prossima riunione di fine luglio , può contare sugli ultimi dati macro , nel complesso meno inflattivi in prospettiva .
Così i settori più interest-sensitive , come quello tecnologico , si avvantaggiano ulteriormente , in attesa dei rendiconti degli utili trimestrali delle aziende , iniziati come solito con le principali banche Usa .
Il Petrolio consolida sopra 70 , l’Oro beneficia del calo dei rendimenti riportandosi sopra 1950 .
Il discorso si sposta quindi sul trade-off tra crescita economica e politiche monetarie , le cui restrittività rischiano di minare la prima dato anche il ritardo con il quale si riflettono sulle economie .
Rinnovato l’interesse per i mercati emergenti , che hanno un debito estero in valuta forte , e che sono favoriti dal calo del biglietto verde ; tra le materie prime, notato il progresso di quei minerali rari che sono alla base delle moderne tecnologie , oggetto tra l’altro di una recente decisione da parte della Cina volta a limitarne l’esportazione per sostenere quello sviluppo interno che stenta ad adeguarsi ai target prefissati : avranno concorso motivazioni anche di ordine politico , in un momento di incertezza che incide sulla stabilità delle relazioni internazionali .
Da seguire , tra i dati in arrivo la settimana entrante , l’andamento del PIL cinese ad inizio ottava e gli indici dei prezzi al consumo in Usa ed Europa.
La sintesi della situazione , come solito , è riassunta dal nostro indicatore a quota 57,5 , leggermente migliorato nel complesso nonostante l’ultima incerta seduta dei mercati
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