Fermata d’ Autobus

Gentili lettori ,

il titolo richiama quello di un famoso film degli anni ’50 , che ebbe come protagonista Cherie, una cantante impersonata da una trentenne Marilyn Monroe in una delle sue migliori interpretazioni , densa di cenni autobiografici, al fianco di un debuttante Dan Murray nel personaggio di un campione di rodei , Bo, che si innamora di lei sentendola cantare in un night club .

La convince allora in modo piuttosto energico a salire con lui su di un autobus, che dopo varie vicende li porterà insieme al ranch di lui : una storia di opposti che alla fine si attraggono e si completano a vicenda , come avviene sempre .

Un sogno inatteso che si realizza

Capolinea del viaggio è la felicità di entrambi ,un sogno inatteso che si realizza, lungo la strada dei desideri .

Una ultima fermata sicuramente meno cruenta e violenta di quella tratta che portava a Brooklyn nel film diretto da Uli Edel nel 1989 e basato sul romanzo di Hubert Selby Jr. , scrittore e sceneggiatore dalla vita tormentata, che descriveva le scene di quella che poteva e può essere la periferia di ogni moderna metropoli, intrisa di difficili storie personali lungo la strada della vita di ognuno di essi , un itinerario irto di difficoltà e contrasti anche molto crudi .

E in quei casi , sicuramente il bello del viaggio non era il percorso , come nei testi del contemporaneo Jack Kèrouac (con il quale tra l’altro Selby condivideva lo stesso agente letterario) .

Altro famoso “capolinea” , per restare in tema , quello della famiglia Moulissène nello scenario del quartiere Belleville della città di Parigi , fine di un fortunato ciclo letterario durato quasi 40 anni dello scrittore Daniel Pennac, nel quale il tema del romanzo poliziesco viene trattato con leggerezza ed ironia con i protagonisti, membri della famiglia, che non invecchiano tra una storia e l’altra, ma restano sempre legati ad un carattere che li distingue e ne impronta l’azione.

I “capolinea” e il mondo finanziario

Le citazioni potrebbero continuare , ma il tema dominante nel nostro campo d’interesse finanziario è appunto un “capolinea” che i mercati pensavano di aver raggiunto nella dinamica delle politiche monetarie , dopo gli oltre 5 punti percentuali di rialzo dei tassi negli Usa : salvo ricredersi , dopo le parole pronunciate dal Governatore della Fed, Powell, nella giornata dello scorso giovedì in un convegno organizzato dal Fondo Monetario Internazionale .

Powell ha riconosciuto i progressi sul fronte inflattivo , ma ha ribadito che il compito della Banca centrale non è da considerarsi esaurito , e anzi potrebbero essere necessarie ulteriore manovre restrittive se l’aumento dei prezzi dovesse trovare una recrudescenza nei prossimi mesi .

Apriti cielo!

I listini azionari , che stavano inanellando sedute consecutive con il segno più , e se fossero state 9 sarebbe stato un record storico, sono ripiegati in serata interrompendo la serie virtuosa .

O più probabilmente, erano alla ricerca di un valido motivo per prendere profitto dai recenti rialzi e le parole di Powell ne hanno costituito l’occasione?

In realtà , se guardiamo allo scenario globale , i fattori che dopo la pandemia avevano contribuito alla dinamica inflattiva (l’ampia disponibilità di liquidità , le precedenti strozzature delle catene produttive, la difficoltà nel ricostituire la base lavorativa da parte delle imprese) sono meno pressanti e quindi il calo dei costi e dei prezzi si giustifica : ma nel frattempo i noti eventi geopolitici dell’ultimo biennio sono intervenuti a rannuvolare il quadro economico , con le tensioni sui prezzi energetici e di alcune materie prime che hanno contrastato il percorso virtuoso dei prezzi al consumo .

Quello che si può dire è che , mentre i fattori del primo tipo seguono tendenze che tendono a svilupparsi in un lungo arco di tempo , i secondi , almeno nelle speranze di tutti, anche se imprevedibili, dovrebbero esaurirsi in un periodo non altrettanto lungo; cioè sono un impulso che può provocare ampi sbalzi nei listini in un tempo ristretto , sia in negativo quando irrompono sulla scena, ma anche in positivo quando è in vista una soluzione.

Prendiamo ad esempio la storia della dinamica dei prezzi al consumo negli Usa negli ultimi 50 anni : nella prima metà di quel periodo , la situazione si sviluppò come da grafico seguente (fonte citata in calce) :

grafico

Sono mostrate le percentuali di variazione rispetto ai 12 mesi precedenti .

Fino alla metà degli anni ’80 le modifiche della direzione erano intervallate da 3-5 anni in media , poi i tempi si sono via via diluiti:

grafico

I periodi che corrispondevano ai cambi di direzione dai massimi erano  accompagnati da fasi recessive dell’economia (le fasce verticali di colore grigio) come nei 25 anni precedenti , ma siamo passati da 5 a 3 “punti di svolta” , quindi meno frequenti .

E se nell’ultimo periodo la velocità del movimento è aumentata , si può pensare che , come accaduto in passato , anche il rientro verso livelli più “normali” sia più veloce della media , e riporti le variazioni a dispiegarsi, in seguito , nel loro naturale alveo temporale di maggiore durata .

E il picco attuale può allora preludere ad una fase economica recessiva?

La risposta è positiva , anche se le attese sono per un rallentamento (sul tipo, per intenderci, di quello che sta sperimentando la Gran Bretagna nell’ultimo trimestre) che non dovrebbe assumere la veste di una recessione vera e propria ; comunque uno scenario che favorirebbe politiche monetarie più accomodanti , come nei desiderata degli operatori dei mercati .

Momento attuale che appare solo una “fermata d’autobus” quindi ,ma in senso positivo: il percorso è ancora lungo, e quando la situazione geopolitica migliorerà e i fattori macro saranno nuovamente favorevoli al ritorno a tassi di interesse più vicini a quelli “naturali”, torneremo ad apprezzare maggiormente il “bello” del viaggio .

Proseguiamo come solito con il commento all’andamento dei principali mercati nella scorsa settimana .

Andamento dei principali indici e mercati e commento 

tabella

In una settimana caratterizzata dall’assenza di dati macroeconomici importanti, i buoni risultati trimestrali delle aziende tecnologiche hanno sostenuto i mercati azionari statunitensi con l’indice Nasdaq in progresso e i titoli del settore (+4,16%) a spingere i listini verso l’alto , compensando il calo dei comparti energetico (-3,77%) e Retail (-3,61%,sempre in Usa) .

Al di qua dell’Atlantico , mercati azionari più cauti con il solo settore tecnologico in progresso (+2,23%) per “simpatia” con quello Usa ; nel complesso si conferma l’intonazione positiva (vedi anche l’indicatore di “sentiment” alla fine del report) e la discesa della volatilità (indice VIX in calo di circa il 5%) .

Nella settimana entrante saranno molti gli spunti dai dati macro che verranno diffusi : negli Usa , l’andamento dei Prezzi al consumo atteso per il 14/11  sarà seguito il giorno dopo  dalle Vendite al dettaglio e i Prezzi alla produzione, mentre venerdì prossimo sarà la volta del dato dell’Inflazione nell’ area dell’Euro, che come l’omologo statunitense darà il via alle possibili ipotesi sulle prossime mosse delle banche centrali .

Giovedì scorso il Governatore della FED , intervenuto ad un incontro organizzato dall’FMI , ha raffreddato le attese di un rallentamento della politica monetaria , che resta ancora alta e potrebbe richiedere nuovi rialzi dei tassi ufficiali; percezione confermata dalle successive dichiarazioni dei suoi colleghi Logan e Bostic .

Il Mercato Monetario

Scenario che si è riflesso sulle quotazioni del Dollaro , che ha chiuso la settimana in leggero progresso contro Euro, indebolendo le divise dei Paesi emergenti e quelle più correlate con gli andamenti dei mercati di rischio (Sterlina, Dollaro Australiano) .

Lo Yen si è mantenuto sopra 150 contro USD , vicino ai massimi recenti , e la Bank of Japan per ora non è andata oltre le solite dichiarazioni di circostanza ( è importante che i cambi valutari riflettano i fondamentali, ne stiamo monitorando gli sviluppi etc.) .

Il Mercato Obbligazionario

Sul fronte obbligazionario l’ultima asta di Treasury a 30 anni di scadenza è stata poco brillante, a causa di una minore domanda e a prezzi inferiori a quelli dell’emissione precedente,  i rendimenti sono così saliti dopo il recente tentativo dei decennali di scendere sotto il 4,5%: sarebbe stato un segnale importante ma le parole di Powell cui abbiamo accennato sopra non hanno consentito di meglio .

Solo il comparto dei titoli Corporate di rating medio-alto è risultato positivo (+0,26%) su base settimanale , e gli spread di rendimento si sono riallargati a sfavore degli emittenti high-yield che hanno visto i loro prezzi in diminuzione (in media -0,47%).

Materie Prime

Generalmente negativo l’andamento delle materie prime , a partire dal Petrolio , insieme ai metalli preziosi e a quelli industriali (Rame a -2,08%) , mentre per le commodities agricole il calo è stato più contenuto e non generalizzato .

In conclusione, un quadro ancora positivo per i mercati di rischio, ma ne sapremo di più dopo la lettura dei prossimi  dati macro in arrivo.

La sintesi della situazione , come solito , è riassunta di seguito dal nostro indicatore , che prosegue la marcia in territorio positivo toccando quota 70 , a conferma della solidità del progresso in atto , che non sarebbe minato da una correzione di breve (possibile a questi livelli) , purchè sia contenuta , se interverrà dopo una lettura dei prossimi dati macro meno incoraggiante sul fronte inflazione .

grafico


ATTENZIONE

einstein in versione fumetto che dice che il contenuto non è stato prodotto con ausilio di AI


Resta sempre aggiornato sul mondo della finanza e degli investimenti!

👉 Iscriviti alla nostra Newsletter

Seguici su:

👉 LinkedIn

12 Novembre 2023