Come funzionano gli ETF overnight?
Una delle ultime novità che ha interessato il mondo degli ETF riguarda gli ETF che operano di notte (overnight appunto) .
Si tratta di ETF i cui risultati dipendono da quello che fa il mercato quando è chiuso e non quando è aperto.
Ma partiamo dal principio…
Iniziamo col dire cosa sono gli ETF tradizionali e come operano.
Gli ETF sono dei Fondi Comuni quotati a gestione passiva.
Questi Fondi non mirano a sovra performare un benchmark di riferimento bensì a replicarlo. Un ETF sull’indice S&P 500 acquisterà tutte le azioni comprese nell’indice nelle medesime proporzioni ed in questo modo otterrà il rendimento offerto dal mercato diminuito di una piccola percentuale di costi di gestione che non andrà ad impattare significativamente il rendimento riconosciuto all’investitore.
Buy&Hold
Gli ETF tradizionali lavorano in ottica buy&hold, ovvero acquistano i titoli che compongono l’indice e li mantengono in portafoglio. Periodicamente saranno necessarie operazioni di ribilanciamento per allineare la composizione dell’ETF a quella dell’indice.
Chi acquista un ETF tradizionale e lo mantiene in portafoglio per più di un giorno, cattura sia il ritorno “intraday” sia il ritorno “overnight”. Il primo è il ritorno registrato nella giornata di negoziazione dall’apertura del mercato alla chiusura del mercato. Il secondo è quello registrato dalla chiusura di mercato del giorno precedente all’apertura di mercato del giorno successivo.
E gli ETF Overnight?
Gli ETF che lavorano di notte (ETF Overnight) mirano a catturare solo il ritorno overnight ovvero il ritorno di mercato quando questo è chiuso.
L’esposizione offerta equivale ad acquistare l’indice alla fine di ogni giornata di negoziazione e venderlo all’apertura successiva. A tal fine stipuleranno contratti derivati quali futures e total return swaps. L’obiettivo di investimento e la conseguente struttura dello strumento, comportano elevati costi che potrebbero erodere il ritorno di periodo.
Il fenomeno overnight continua ad essere un’ossessione tra i traders che hanno notato che le ore notturne tendono a fornire rendimenti migliori rispetto al possesso delle azioni nelle sole ore diurne.
Le teorie sul motivo per cui c’è questa differenza abbondano. Di seguito ne consideriamo un paio.
Ma vi sono ricerche che documentano una migliore performance delle azioni overnight?
Il Report della Federal Reserve di New York dal titolo “The overnight Drift” documenta i più ampi e positivi ritorni dei futures sulle azioni americane tra le due e le tre di notte (orario degli Stati Uniti), in corrispondenza con l’apertura dei mercati europei.
Questo fenomeno prende appunto il nome di “overnight drift”. Le osservazioni alla base del report si riferiscono al periodo che va dal 1998 al 2019, dall’avvento del trading elettronico alla fine degli anni 90 che ha permesso lo scambio di futures sull’S&P500 quasi 24 ore al giorno.

Come si spiega questo fenomeno?
Quanto emerge dal report della Federal Reserve di New York è che l’overnight drift è una compensazione per la liquidità offerta dai market makers alla fine della giornata di negoziazione.
Supponiamo che entro la fine della giornata di negoziazione vi sia una pressione al ribasso sui prezzi dei futures, ovvero uno squilibrio degli ordini in negativo.
In questo caso, i market makers sono obbligati ad esporre proposte di acquisto per garantire la possibilità di scambiare, assumendosi in questo modo un rischio. I market makers chiedono una remunerazione per questo rischio, che realizzano quando sono in grado di vendere i futures a nuovi partecipanti al mercato ad un prezzo più alto.
Per riportare le loro posizioni alla neutralità, cercano e sfruttano la prima opportunità disponibile.
Nei primi 10 anni dell’analisi, l’overnight drift è stata guadagnata quasi esclusivamente intorno all’apertura dei mercati europei.
Nei successivi anni, con il mercato dei futures azionari statunitensi che diventa globale, sembra che i market makers abbiano sfruttato anche l’apertura dei mercati finanziari asiatici, poiché il trading durante le ore di mercato asiatico è aumentato nel tempo.
Un’altra spiegazione che aiuta a comprendere il fenomeno dell’overnight drift riguarda il momento di pubblicazione dei comunicati sugli utili aziendali statunitensi.
Un quarto di questi viene pubblicato subito dopo la chiusura del mercato e un altro 60% prima dell’inizio delle contrattazioni al mattino. Poiché buona parte delle aziende tende a battere le stime, sperimenta successivi picchi di prezzo nella sessione di trading durante la notte.
In ogni caso, quali che siano le motivazioni alla base di questo fenomeno, con il lancio degli ETF overnight sul mercato americano, si può cavalcarlo.
Questa possibilità fino ad oggi era preclusa e questi strumenti costituiscono una bella novità nell’offerta di strumenti finanziari anche rivolti alla clientela retail.
Ma non è tutto oro quello che luccica:
l’investitore dovrà stare bene attento ai costi impliciti degli strumenti in questione. Non è escluso che i costi eccessivi erodano i più alti rendimenti promessi tanto da rendere svantaggioso l’acquisto dello strumento.
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