I costi dei Fondi Comuni di Investimento e degli ETF: una variabile da non trascurare

Le principali voci di costo

Le principali voci di costo dello strumento finanziario sono obbligatoriamente rese note nel KIID (il documento contenente le informazioni chiave per l’investitore).

Il primo indicatore a cui guardare è sicuramente la percentuale di spese correnti. Queste ultime comprendono la commissione di gestione, il compenso per la banca depositaria e le spese contabili di revisione ed amministrazione. Tale indicatore sintetico quantifica, quindi, i costi annui ricorrenti gravanti sul Fondo, sostenuti dall’investitore in modo continuato per tutto il periodo di detenzione dello strumento finanziario, che si traducono in una riduzione del valore della quota. La sua conoscenza consente un agile confronto fra Fondi ed ETF circa i punti percentuali di rendimento cui sicuramente l’investitore dovrà rinunciare.

Alcuni Fondi a gestione attiva potrebbero prevedere una commissione di performance al raggiungimento di un obiettivo prestabilito (normalmente rispetto ad un parametro di riferimento). Ove prevista, produce un aggravio della struttura commissionale gravante sul patrimonio del Fondo.

Oltre ai costi ricorrenti, l’investitore sostiene dei costi una tantum ogni qual volta effettua un’operazione di acquisto (sottoscrizione) e di vendita (rimborso). Si tratta di costi direttamente sostenuti dall’investitore che riducono il capitale prima che venga investito o prima che venga disinvestito.

Nel caso dei Fondi Comuni di Investimento, si deve guardare alle spese di sottoscrizione e di rimborso. In quello degli ETF, quotati e negoziati sul mercato, allo spread bid-ask, il differenziale tra il miglior prezzo di vendita ed il miglior prezzo di acquisto. Lo spread rappresenta la remunerazione del market maker il cui compito è proprio quello di far incontrare domanda e offerta.

L’incidenza di tali costi sul ritorno dell’investimento sarà tanto maggiore quanto più sono frequenti le operazioni di compravendita. (voce di costo non trascurabile specialmente in mercati caratterizzati da una minore liquidità)

Perché l’investitore dovrebbe prestare attenzione al tema dei costi?

Il tema dei costi è piuttosto controverso poiché l’entità del compenso che spetta alla SGR per l’attività di gestione rischia di ridimensionare notevolmente il ritorno degli investimenti effettuati.

Secondo il Report annuale pubblicato dall’ESMA (Autorità Europea degli strumenti finanziari e dei mercati) su performance e costi degli strumenti finanziari destinati alla clientela retail nell’UE, il costo dei Fondi Comuni di Investimento azionari a gestione attiva si distribuisce principalmente tra l’1% ed il 3%, quello degli ETF azionari tra lo 0% e l’1%.

Si precisa che l’analisi non sconta l’applicazione né dei costi di negoziazione, per la mancanza di info circa gli spread bid-ask, né delle commissioni di performance previste da qualche Fondo a gestione attiva.

La differenza nell’entità dei costi degli strumenti è da ricondurre all’obiettivo dell’investimento: negli ETF, l’obiettivo di replica dell’indice si persegue mediante processi automatizzati; mentre nei Fondi Comuni di Investimento, l’obiettivo di sovra-performance richiede l’intervento attivo del gestore che deve essere remunerato.

La gestione attiva è correttamente prezzata?

In un’economia di mercato, è corretto che la prestazione di un servizio, quale quello di gestione offerto dai Fondi Comuni di Investimento, venga remunerata; tuttavia, ai fini dell’efficienza è necessario verificare che la qualità del servizio prestato sia stata quantificata correttamente.

Troppo spesso si constata la sotto-performance dei Fondi Comuni di Investimento rispetto agli ETF, in particolare sugli orizzonti temporali medio-lunghi.

Dall’analisi sopra citata condotta dall’ESMA, non emerge alcuna correlazione positiva tra maggiori costi prelevati e maggiori risultati in termini di ritorno di periodo.

La più recente comunicazione dell’ESMA vuole risolvere questa inefficienza. L’ESMA chiede che l’entità dei costi applicati dal Fondo non contrasti il più alto interesse del partecipante al Fondo, ovvero non sia tale da impedire il raggiungimento dell’obiettivo di investimento del Fondo. In altre parole, i costi prelevati dal Fondo devono essere coerenti con gli standard di mercato e soprattutto con il servizio offerto.

Seppur si ritiene riduttivo e fuorviante giudicare l’efficienza di uno strumento dal solo ritorno di periodo. Un adeguato giudizio di efficienza non può trascurare la quantificazione del rischio assunto nonché la valutazione degli obiettivi di investimento perseguiti.