I processi decisionali in tema di investimenti-P.1

Gentili lettori ,

affrontiamo in questa breve esposizione la prima parte di un argomento che concerne il concetto stesso di mercato finanziario , attraverso l’esame delle dinamiche decisionali degli operatori che si concretano negli andamenti crescenti o discendenti di tutte le “venues” , le piazze sulle quali i valori mobiliari vengono scambiati .

La teoria Tradizionale

La teoria tradizionale considera un mercato come , pr esempio, quello azionario , come un luogo di incontro tra domanda ed offerta organizzato in modo da essere efficiente e nel quale i suoi attori operino razionalmente , cioè avendo ben chiaro il rapporto tra l’operazione posta in essere ed i benefici che prevedono di ottenere , massimizzando il profitto e minimizzando i rischi .

A ben vedere , questa teoria si basa su di un presupposto fondamentale :

che le persone agiscano effettivamente così , liberi da condizionamenti , emozioni , differenze di cultura e di ambiente sociale , perseguendo la massima utilità delle loro azioni a proprio vantaggio .

Ma la realtà è differente dalla teoria , e gli attori della finanza , in particolare gli investitori privati che operano per passione e interesse personali , sono spesso condizionati da elementi che impediscono loro , più o meno consapevolmente , di compiere scelte effettivamente razionali , che possano cioè essere il migliore viatico per il raggiungimento dei propri obiettivi .

La Finanza Comportamentale

La Finanza Comportamentale studia proprio questi aspetti ed è una branca della Psicologia applicata appunto al mondo della finanza .

L’assunto fondamentale di questa disciplina è che le persone non siano mai completamente razionali nelle loro scelte , per l’influenza di vari fattori che vengono raggruppati in due classi fondamentali :

  • quelli che attengono alla sfera delle conoscenze tecniche , o “bias cognitivi” , cioè tendenze che scaturiscono da carenze informative , che portano l’investitore a figurarsi una realtà soggettiva
  • quelli che riguardano invece la componente emotiva , i “bias emozionali” , derivanti dalle propensioni a favore di determinati comportamenti , minando l’oggettività dell’esame delle circostanze nelle quali si esplica l’attività di investimento

Si distinguono anche bias impliciti , cioè inclinazioni nel modo di pensare e di agire dei quali non siamo consapevoli ,  e quelli al contrario espliciti , di cui ci possiamo rendere conto e che possiamo cercare di correggere nella maniera più conveniente .

Cos’ è un BIAS?

La stessa etimologia della parola “bias” deriva da una antica parola di origine Provenzale , che significava “obliquo” , tale cioè da originare una deviazione dalla corretta traiettoria , venendo in seguito ad assumere significati connessi a vari campi dello scibile umano:  nelle Scienze ed in Ingegneria , per esempio , il bias è il c.d. errore sistematico , derivante da errata misurazione di elementi che portano ad un risultato finale non corretto, ad una tesi distante e scollegata dall’ipotesi di partenza .

Il Bias Emozionale

Partiamo dal secondo tipo di “bias” , quello di tipo emozionale , per poi nella prossima puntata affrontare i bias cognitivi , cioè le difficoltà nel raccogliere informazioni ed interpretarle in modo lineare e utile per raggiungere i traguardi che ci siamo prefigurati .

Quale scopo ci prefiggiamo ? Quello di sfrondare la nostra azione da quei fattori che ci possano deviare dall’assumere decisioni razionali .

Elenchiamo e spieghiamo i principali tipi di tendenze legate alla sfera soggettiva delle nostre emozioni , partendo dall’ “Overconfidence” , cioè l’eccessiva fiducia nel possedere sufficienti informazioni per decidere il da farsi .

L’Overconfidence

Il trader che possiede questa caratteristica tenderà a fare molte e frequenti operazioni , senza osservare una idonea diversificazione di portafoglio.

Un famoso studio condotto tra i “frequent traders” dimostrò che i titoli azionari che erano stati venduti a favore di altri ottennero una performance del 5% superiore ad un anno di distanza , e dell’8% dopo altri 12 mesi : la maggiore attività si era concretata in un guadagno minore .

Lo studio fu ripetuto più volte e su diversi mercati , confermando il primo esito : minori utili! Maggiori furono solo le commissioni pagate all’intermediario .

L’Anchoring

Simile all’overconfidence è la tendenza definita anchoring : basare cioè le proprie scelte sul primo elemento di cui siamo venuti a conoscenza e che abbiamo considerato importante senza approfondirlo nei suoi vari aspetti .

Immaginate di prepararvi ad assistere ad un evento sportivo, come una partita di pallacanestro. Vi sedete in tribuna ed assistete al riscaldamento degli atleti prima dell’inizio della partita . Siete colpiti in particolare dal pivot di una delle due squadre che centra quasi sempre il canestro:eravate pronti a scommettere che sarebbe stato il migliore marcatore dell’evento .

Poi la partita iniziava e gli avversari che conoscevano le qualità di quell’atleta lo sottoponevano ad un marcamento così aggressivo da impedirgli di esprimersi pienamente , innervosendolo e non consentendo alla sua squadra di uscire vincitrice dal parquet .

Oppure sarà capitato a molti di noi di aver letto un articolo sulle prospettive reddituali di una società , e ne siamo stati talmente colpiti in senso favorevole da acquistare le sue azioni , attendendo poi che il tempo  ci regalasse le attese soddisfazioni . Naturalmente seguivamo l’andamento del titolo , che dopo un po’ iniziava ad andare nella direzione opposta a quella desiderata : ci informavamo meglio ma eravamo talmente convinti della bontà della nostra intuizione da pensare che gli articoli che ammonivano sulle difficoltà del settore in cui operava la nostra amata società non meritassero considerazione .

Il Confirmation Bias

Incappavamo così nel c.d. “Confirmation bias” , cioè quel preconcetto che ci porta a prendere in considerazione solo quegli eventi che confermino della bontà della scelta a suo tempo operata , prestando minore attenzione a quelle notizie che potevano contraddirla .

Interveniva allora la sindrome da“belief persistence” : non cambiavamo idea sulla base di nuovi elementi perché eravamo  predisposti a non considerarli importanti . Poi il valore dell’azione continuava a scendere : cosa fare? Tenere la posizione o vendere le azioni? Ma poiché la perdita non è perdita finchè l’azione non viene venduta , per evitare il dispiacere , il rammarico della scelta rivelatasi non fortunata , teniamo il titolo .

Questa tendenza viene definita “Regret avoidance bias” , (evitare il rimpianto per il mancato raggiungimento dei nostri obiettivi) , e rimandiamo il momento di quella che sarebbe risultata la scelta migliore .

Ripenseremo magari a quell’altra azione che guadagnava bene e abbiamo venduto per far posto all’ultimo acquisto , temendo di perdere i guadagni fino allora accumulati : l’abbiamo venduta per l’effetto della c.d. “Loss Aversion” , bias per il quale la preoccupazione di perdere (un guadagno già conseguito) è quasi sempre maggiore del piacere connesso agli utili accumulati . E vendere un titolo che ha già guadagnato , mantenendo in portafoglio un altro asset che diminuisce di valore per non accusare il momento della perdita è conseguenza dell’altrettanto famoso “Disposition effect” , strettamente legato all’ultimo bias discusso .

Facciamo davvero scelte razionali negli investimenti?

Nella vicenda raccontata abbiamo incontrato alcuni dei più diffusi elementi di matrice psicologica che impediscono ad un investitore di compiere scelte razionali , cioè coerenti con i suoi obiettivi .

Nella prossima puntata li riassumeremo e parleremo di come evitare di restarne succubi , trattando infine la seconda categoria di tendenze : quelle legate agli errori cognitivi .

Ma anticipiamo già un concetto fondamentale :

gli errori , che tutti gli umani compiono , nascono da una percezione della realtà distorta da vari fattori .

Creare e mantenere costante nel tempo una strategia coerente con i nostri obiettivi , aprendoci al consiglio e all’esperienza di un professionista del settore nel costruirla e nell’adeguarla ai mutamenti di scenario ove si verifichino e mettano in forse i nostri traguardi , significa condividere esperienze e conoscenze a nostro vantaggio .

La consapevolezza dei nostri limiti è  l’unico vero presupposto per superarli : e saremo arrisi così anche dalla fortuna , che non mancherà di arrivare , perché sarà inevitabilmente attratta da chi non la cerca (avendo costruito le sue scelte su basi più solide) , come spesso accade anche in campi diversi dalla finanza. A buon intenditor …

 


Andamento dei principali indici e mercati e commento

tabella

L’andamento apparentemente discorde in settimana tra i mercati azionari europei e statunitensi è la “prova provata” di quanto si penda dalle decisioni delle banche centrali nel prendere le decisioni di investimento .

La BCE apre verso uno stop ai rialzi dei tassi , e le borse in Europa festeggiano .

I dati macro negli USA mostrano la resilienza dell’economia locale , le attese per una FED più accomodante nella sua prossima riunione si indeboliscono e i settori più interest-sensitive come il tecnologico spingono al ribasso gli indici .

Nulla di nuovo sotto il sole , per carità , ma la concentrazione degli eventi ( 10 banche centrali decidono le loro mosse di politica monetaria nell’arco di due settimane) crea incertezza e continui ribaltamenti di fronte , nel confronto tra attese ed eventi .

Il mercato dei cambi reagisce anch’esso direttamente , con il Dollaro Usa che si avvantaggia sull’Euro ritornando in prossimità dei massimi di maggio. Sull’altra sponda del Pacifico , lo Yuan cinese storna dai minimi recenti sull’onda dei provvedimenti di stimolo dell’economia da parte delle autorità locali , e lo Yen giapponese placa il suo ribasso perché ci sono segnali che la pluridecennale politica di tassi a zero della Bank of Japan stia per lasciare il posto ad atteggiamento più restrittivo , con la conseguente crescita dei rendimenti che rende la divisa più attraente .

Ma allora come si spiega la performance del listino azionario di Tokio , il migliore tra i principali in settimana ?

Perché le prospettive sono per una economia meno condizionata da fattori esogeni e più basata su una domanda interna in crescita sull’onda dei previsti incrementi salariali .

Sul fronte del reddito fisso , i rendimenti di riferimento dei Treasury Usa a 10 anni restano elevati ma la loro “curva” tende ad appiattirsi , il fenomeno del “flattening” che sconta una riduzione dei tassi a breve (prevista per la seconda parte del prossimo anno) ed il previsto ritorno ad una forma più normale , con una inclinazione positiva che preveda il giusto premio per chi opta per le scadenze più lontane .

Mostriamo ad esempio l’andamento in settimana :

grafico

La differenza di rendimento tra 2 e 5 anni è di quasi 1 punto percentuale (100 bp) , tra 5 e 10 anni meno di 25 bp .

Sul fronte materie prime , continua la corsa al rialzo delle quotazioni del petrolio , per via delle previste restrizioni all’offerta decise dai paesi Opec e di un timido ma crescente ottimismo sulle prospettive economiche dei paesi consumatori (Cina per esempio) ; la Borsa di Toronto , con la sua componente legata all’energia maggiore che in altri listini , da inizio mese segna +1,62% contro il -1,27% dell’indice S&Poor’s statunitense , più diversificato . Le quotazioni dell’Oro sono rimaste stabili così come quelle dei Metalli industriali , leggermente cedenti sono risultate invece le commodities agricole , e sulla stessa falsariga si sono mossi i Futures sul gas naturale.

La sintesi della situazione , come solito , è riassunta di seguito dal nostro indicatore ; in riferimento a venerdì 15/9 segna un valore di 62,5 , in discesa rispetto a sette giorni prima ; trascorse le scadenze tecniche , e in attesa dei prossimi step delle banche centrali , la dinamica resta moderatamente positiva.

grafico batteria

 

 

 

ATTENZIONE

einstein in versione fumetto che dice che il contenuto non è stato prodotto con ausilio di AI

 


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