Il Simposio e la Via della Seta

Gentili lettori ,

ai più diversamente giovani sarà capitato di trovare uno dei loro piccoli di fronte alla Tv mentre guardava un cartone animato giapponese dal titolo “Dragon Ball” , con il protagonista Goku che vive incredibili avventure tra draghi e tornei di arti marziali : ma in realtà la sua figura si ispira a  Song Wukong , che nel romanzo cinese , a metà tra fantasia e realtà , Viaggio verso Occidente , tratto da antiche leggende e scritto a partire dal 1570 da Wu Cheng’en , è il simpatico scimmiotto che accompagna il monaco Xuanzang nel suo itinerario dalla Cina all’India alla ricerca dei testi sacri del Buddismo , che un imperatore della dinastia Tang voleva presso la sua corte .

La via della Seta

E’ solo un esempio del volume enorme di scambi culturali , oltre che di merci , che nel corso dei secoli transitarono su quella che è conosciuta come Via della Seta ,  un’ intricata rete di strade e rotte marittime che collegavano Oriente e Occidente , da Xi’an alla odierna Istanbul , passando per l’Asia centrale ed il Medio Oriente .

Basti ricordare a proposito il secondo viaggio dei fratelli veneziani Polo che portarono con loro il piccolo Marco , autore poi di quel Milione che aprì il Celeste Impero alla conoscenza del lettori .

cartina geografica

Il percorso esisteva già molti secoli prima

Gli antichi Romani impazzivano letteralmente per quel prezioso tessuto così sottile e leggero , e se lo contendevano a prezzi assurdi pur di venirne in possesso , fin quando due monaci (non lo stesso di prima) insegnarono agli artigiani Bizantini il segreto della sua produzione , fino ad allora tenuto gelosamente nascosto .

Poi , decaduta la dinastia Tang , la Cina si chiuse ai rapporti con l’Ovest soprattutto sotto la dinastia Ming , e questo isolamento , dovuto anche all’espansionismo occidentale via mare verso le nuove terre scoperte, durò fino al XIX secolo quando esploratori russi ed inglesi ripercorsero le antiche carovaniere , suggerendo al geografo tedesco Ferdinand Von Richtofen ( zio del più famoso Manfred , il “Barone Rosso” aviatore della I guerra mondiale) la espressione “Seidenstrasse” , cioè Via della Seta .

Ai giorni nostri

Oggi l’esuberante Goku dei cartoni animati sarebbe meno brillante del solito se rivolgesse il suo sguardo affilato verso quella Cina che sta dando tante preoccupazioni ai dirigenti del PCC (Partito Comunista Cinese) e ai vertici della PBOC (People’s Bank of China , la locale Banca centrale) , alle prese con una situazione economica e soprattutto finanziaria che rischia di far deragliare il percorso di crescita verso l’obiettivo di quel +5% che Pechino si è prefisso .

Ma l’isolamento degli Imperatori Ming resta denominatore comune in molti aspetti , a partire dalla divisa locale , lo Yuan-Renmimbi , il cui cambio viene fissato quotidianamente dalla banca centrale e può oscillare al massimo del 2% nel corso della seduta , e si affianca alla versione destinata al commercio estero , una vera e propria seconda moneta quotata invece sui mercati internazionali ( il c.d. Yuan “offshore”) .

Per fare un altro esempio

In occasione dell’ultimo taglio dei tassi di interesse ,  è stato deciso di non diffondere più il dato sulla disoccupazione giovanile della fascia 16-24 anni , che a giugno superava il 21% , per impedire un “external criticism” , come scritto dal Wall Street Journal, alla locale economia .

Critiche che però non hanno potuto ignorare la recente evoluzione del mercato immobiliare locale , con il terzo più grande costruttore alle prese con una grave crisi di liquidità che ne ha impedito il pagamento delle cedole sulle obbligazioni emesse .

I nuovi prestiti erogati dalle banche hanno raggiunto il loro minimo dal 2009 , quando il mondo usciva da una delle peggiori crisi degli ultimi decenni . Se guardiamo all’inflazione , a Pechino e dintorni hanno un problema opposto rispetto all’Occidente , con i prezzi variati in negativo su base annua per la prima volta dal 2020 , quando i problemi erano legati alla pandemia :

grafico

 

Ma la Cina è fatta così

La legge dei grandi numeri che è abitualmente riferita all’aspetto demografico vale un po’ in tutti i settori : periodi di grande splendore si alternano con peridi oscuri.

Ogni 4 secoli , anno più o meno , è la maggiore potenza mondiale , a partire dagli anni di Marco Polo , al periodo precedente la dinastia Ming nel ‘600 , e se sommiamo ancora 400 anni siamo al giorno d’oggi .

La seta della omonima via è un po’ sfilacciata , gli scenari geopolitici restituiscono un Paese che attua scelte di compromesso tra l’essere protagonista del circuito commerciale globale e nel mantenere invece un freno alle istanze di apertura alle sue regole richieste dalle dinamiche di mercato .

Una situazione che , insieme ad altre , relative a Paesi diversi, probabilmente prelude a mutamenti di scenari sulla scena economica mondiale , cambiamenti che non a caso sono stati anche il titolo del simposio di Jackson Hole tenutosi in settimana nel Wyoming : “Structural Shifts in the Global Economy” .

Nel frattempo , qualche spunto ce lo offre l’andamento della bilancia commerciale :

grafico

L’export in rallentamento , più basso dei livelli pre-pandemia , si confronta con le importazioni rimaste stabili sullo stesso periodo .

Guardiamo ora agli scambi tra Cina e Usa :

grafico

La Cina importava dagli Usa l’8,6% del totale delle merci acquistate all’estero nel 2018 , rapporto ora all’8,1% ; quanto all’export , la percentuale dei beni diretti verso gli Usa sul totale dell’export è passato dal 17,5% al 14% . Non sarà un cambiamento strutturale o epocale , ma qualcosa significa sicuramente .


Andamento dei principali indici e mercati e commento

Sulla falsariga del commento del precedente report , evidentemente i rialzisti sono rientrati dalle ferie , ma più probabilmente siamo in presenza di un evento che aveva provocato nella sua attesa un atteggiamento più difensivo : il timore era che nel simposio di Jackson Hole appena concluso il Governatore della FED Powell ribadisse la sua posizione rigida sul tema tassi di interesse , orientata costi quel che costi a ritornare all’obiettivo di una dinamica dei prezzi al consumo contenuta al di sotto di quel 2% ormai non più troppo lontano .

E in effetti le aspettative sul contenuto del suo breve intervento sono state confermate

quindi il motivo alla base delle strategie “risk-off” ora non esiste più e la reazione dei mercati è stata nel senso opposto , dopo tre settimane di sofferenza degli indici azionari .

L’indice Nasdaq è stato il migliore in settimana , così come a livello settoriale l’Information Technology , a pari merito con il comparto industriale Chimico , seguiti dai Consumi ciclici (o discrezionali) nella graduatoria Usa; mentre in Europa il settore più performante è stato quello delle Utilities , notoriamente difensivo e favorito negli scenari di tassi d’interesse stabili o previsti in calo .

Nello specifico ha pesato anche il rialzo del gas naturale , prossimo ad una fase stagionale normalmente favorevole , accompagnato nella stessa direzione dai prezzi dell’energia elettrica sul mercato di riferimento .

Ma quanto siano lontani l’ IT dalle Utils lo sanno tutti , sono settori antitetici e correlati in modo opposto al costo del denaro , e questo aspetto conferma lo sviluppo di un “decoupling” (divergenza di due aspetti dovuta al loro andamento in senso opposto) tra le economie sulle due sponde dell’Atlantico .

Strategicamente parlando , il fatto che le banche centrali siano sempre più “data dependant” nel decidere le politiche monetarie , accentua sempre più gli atteggiamenti del tipo descritto all’inizio del commento , quel “buy on rumors , sell on news”  che si sviluppa in attesa dei dati macro ritenuti fondamentali , come quelli sul mercato del lavoro Usa che affluiranno la prossima settimana , forse più importanti ancora di quello sull’inflazione dell’Area Euro , perché le dinamiche occupazionali sono monitorate con attenzione dalle autorità monetarie, che le considerano principale presupposto di quelle inflattive .

E poiché la frequenza di  diffusione dei dati macro è mensile ( a parte i numeri trimestrali del PIL) , avremo tre settimane di attesa e nella quarta la reazione all’evento , come appena accaduto in agosto .

L’ influenza delle attese è stata evidente nello sviluppo del mercato dei cambi

con il Dollaro Usa protagonista in positivo tra le principali divise , mentre la Sterlina inglese ha pagato pegno per via delle preoccupazioni sullo stato dell’economia locale , anche nei confronti dello Yen giapponese che sembra prossimo a livelli che in passato hanno visto l’intervento della Bank of Japan per limitarne il deprezzamento eccessivo , senza però sortire effetti se non nel brevissimo periodo .

Quanto ai rendimenti del comparto obbligazionario

abbiamo assistito ad una sostanziale stabilità di quelli sui Treasury a 10 anni , mentre gli emittenti di rating più basso hanno avuto l’opportunità di finanziarsi a costi leggermente più bassi rispetto all’ottava precedente visti i progressi dei prezzi dei titoli di quel comparto (corporate e high yield) .

E in questo scenario l’Oro ha ritrovato un po’ di sostegno , a differenza del Petrolio che sul WTI è tornato a ridosso degli 80 dollari al barile , anche per il trascorrere della “driving season” estiva che ormai volge al termine , bene i metalli industriali e le commodities agricole , tra le quali si è distinto lo Zucchero anche per la prevista ( per ottobre salvo novità) chiusura all’export  della produzione Indiana , a causa dei fattori climatici sfavorevoli che hanno compromesso i volumi prodotti , che a stento coprirebbero la domanda interna nelle stime delle autorità competenti .

Probabilmente la quota che verrà a mancare sui mercati nei prossimi mesi dovrà essere sostituita con la riconversione di colture nel resto del mondo , come la canna da zucchero che però viene utilizzata anche per produrre il bioetanolo ( vedi Brasile) , che a sua volta dovrà essere estratto da altre colture (come il mais) che quindi , a catena , potrebbe far lievitare i prezzi dei cereali dai recenti minimi appena segnati .

In sintesi

La sintesi della situazione , come solito , è riassunta di seguito dal nostro indicatore ; in riferimento a venerdì 25/8 segna un valore a quota 50 ,in salita rispetto a sette giorni prima e a giovedì 24 .

Il miglioramento verso un numero più neutrale (50) rende conto del positivo andamento dei mercati di rischio come gli azionari ; ma vista la messe dei dati macro in arrivo e le tre settimane che mancano alle decisioni delle principali Banche centrali , gli operatori si riservano lo spazio decisionale necessario in entrambe le direzioni , in chiave psicologica oltre che tattica .


 

ATTENZIONE

einstein in versione fumetto che dice che il contenuto non è stato prodotto con ausilio di AI


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28 Agosto 2023