Il tema ricorrente della prima parte del 2022 è sicuramente l’inflazione.
La crescita dei prezzi al consumo ha superato il 7% in Europa e l’8% in USA. Ancor peggio hanno fatto i prezzi alla produzione, che stanno salendo del 30% anno su anno in Europa (Italia compresa) e di oltre il 10% in USA (più indipendente nell’approvvigionamento delle materie prime).
Le cause sono note.
Criticità nei canali di approvvigionamento dalla Cina e guerra in Ucraina, con continue spirali che si autoalimentano e creano tensioni al rialzo delle materie prime (industriali ed energetiche). Sicuramente in questo contesto l’ampia liquidità di moneta messa a disposizione da parte di banche centrali e governi post Covid ha aiutato ad alimentare moneta calda in cerca di rendimento e speculazione.
Se in un primo momento lo shock inflazionistico sembrava temporaneo, oggi sono passati già 8 mesi da quando il tasso d’inflazione Europeo ha superato in modo stabile il target del 2% della BCE. Imprese e consumatori stanno quindi iniziando a considerare questo shock duraturo.
La prima implicazione è che le aziende hanno costi in forte aumento, difficoltà nel pianificare, e sono costrette a fare scelte complicate. Il margine d’errore è elevato, così come la tentazione di aumentare i prezzi di vendita ed i listini. La pressione al rialzo dei prezzi lato produzione è quindi massima. In questo contesto aiuta anche il mercato del lavoro: difficile trovare competenze e ancor più difficile trovarle a costo contenuto.
I consumatori anch’essi in significativa sofferenza, hanno bollette in forte rialzo, stipendi fissi e potere d’acquisto calante. Non è un caso che la fiducia dei consumatori sia oggi ai minimi storici. Tutto ciò porta a pensare che la crescita economica (consumi + produzione + utili aziendali) stia fortemente rallentando, con il rischio di una nuova recessione tecnica.
Vi è la necessità di interrompere questa spirale.
Le banche centrali ed i governi sono al lavoro per farlo. Il rischio di stringere troppo lo stimolo monetario è elevato, ma il tempo giudicherà l’operato dei policymaker. Alla fine loro ci hanno portato qui, e loro dovranno tirarci fuori.
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