La scelta dell’intermediario bancario

Non tutti sono uguali. La scelta dell’intermediario ideale per i propri investimenti passa attraverso un’approfondita analisi di quali siano le proprie abitudini e necessità.

Prima di capire a quale intermediario rivolgerci dobbiamo sapere che:

  • Le obbligazioni, le azioni, gli ETF, i Warrant, i Future vengono negoziati e scambiati su circuiti nazionali ed internazionali come per esempio il MOT, l’Extra MOT, l’MTS, il SEDEX, EUREX, lo XETRA, il NASDAQ, il NYSE.

L’accesso diretto ad uno o più circuiti, specialmente se internazionali, dipende pertanto dall’organizzazione interna dell’intermediario.

  • I fondi comuni vengono negoziati “indirettamente” in quanto non sono strumenti quotati sebbene esista la possibilità di portarli in quotazione. Questo significa che la vendita di questi strumenti avviene tramite un accordo di distribuzione tra la casa madre che produce i fondi e la banca che li vende. Non tutte le banche vendono i fondi esistenti, ma solo quelli con i quali esiste questo accordo di distribuzione. Molte banche si definiscono Multibrand in quanto hanno diversi accordi di distribuzione in essere, ma difficilmente collocano l’intera offerta presente sul mercato.

La scelta dell’intermediario pertanto diventa strategica solamente se si hanno chiari quali strumenti si intende adottare per comporre il proprio asset allocation.

Chi abitualmente delega la gestione del proprio patrimonio alle GPM, alle GPF o addirittura alle polizze Unit Linked, non dovrà preoccuparsi molto di capire se il proprio intermediario è sufficientemente strutturato per accedere a tutti questi circuiti in quanto non ne avrà necessità.

Soluzioni Multibrand

Tuttavia, in questo caso, saranno da preferire le banche “Multibrand”. Infatti, l’offerta di una più ampia gamma di strumenti/prodotti finanziari, consente all’investitore di scegliere una soluzione probabilmente più efficiente, mitigando parzialmente il rischio che deriva dall’affidare i propri risparmi all’intermediario che opera in una posizione di totale conflitto di interessi con soli prodotti di “casa”.

Diverso è il caso di chi, sulla base di proprie conoscenze o affidandosi alla competenza di un consulente finanziario indipendente iscritto regolarmente nell’apposita sezione dell’Albo Unico presso l’OCF, ha la necessità e la volontà di snellire il processo di investimento, occupandosi in prima persona delle operazioni di acquisto/vendita sui mercati.

Chi fa Trading o chi fa Stock Picking, chi compra direttamente Bond e chi utilizza ETF, ETC o Future, è “obbligato” ad optare per intermediari che siano il più possibile organizzati per l’accesso ad un maggior numero di circuiti, nazionali ma soprattutto internazionali.

Piattaforme ad architettura aperta

In Italia gli intermediari che facilitano questi accessi sono storicamente le banche e/o le SIM che si sono strutturate nel web (da non confondere con l’home banking che ormai tutte offrono).

Queste hanno una moltitudine di mercati ai quali l’investitore, dopo aver accettato le specifiche condizioni, può accedere per negoziare direttamente sul mercato di riferimento senza particolari barriere o difficoltà. Queste soluzioni rappresentano anche le migliori forme per accedere a questi strumenti finanziari contenendo i costi di transazione che altrimenti, sarebbero molto più alti qualora si incaricasse un intermediario classico (sempre che lo faccia) di procedere alla compra-vendita dello stesso strumento.

Chiaramente particolari problemi non vi sono per tutti quei clienti che possono permettersi di appoggiarsi ad un intermediario di caratura internazionale in quanto proprio per la sua presenza in diversi paesi, è organizzato per accedere anche ai mercati locali che difficilmente sono a disposizione di una clientela retail.

Concludiamo pertanto evidenziando che se si è clienti di un Credito Cooperativo dell’Alta Valle del Comelico, sarà assai arduo pretendere di poter negoziare anche un banale Treausury USA.


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