Negli ultimi mesi il prezzo di molte materie prime nei mercati globali sta scendendo. Il petrolio è sceso di circa il 25% dai massimi di marzo; le materie prime agricole sono scese del 16% dai massimi di maggio; il rame è in calo di circa il 30%, il ferro ed il legname sono più che dimezzati rispetto ai massimi di periodo.
L’inflazione sembra rallentare
Tale tendenza evidenzia una diminuita pressione dei prezzi alla produzione, che dovrebbe tramutarsi in un rallentamento delle tensioni inflazionistiche.
Come spesso succede, l’opinione pubblica tende a cavalcare le notizie con un certo ritardo, ma l’evidenza statistica è chiara: in molti ambiti l’inflazione sta rallentando.
Forse l’unico ambito, per altro estremamente importante, dove i prezzi non hanno accennato a scendere è il settore energetico europeo.
In Europa il prezzo del gas e di conseguenza dell’elettricità permane alto, principalmente a causa del conflitto tra Russia ed Ucraina.
Il mercato sconta comunque tensioni in inverno ed il tema delle forniture è di difficile soluzione.
Un mix di tensioni inflazionistiche positive (salari, energia) si sta scontrando con un mix di tensioni deflazionistiche (materie prime, asset finanziari, minore domanda, tassi di interesse in aumento).
In questo senso dovremmo avere dinamiche dei prezzi al consumo più bilanciate nel corso dell’ultima parte del 2022 ed inizio 2023.
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