L’inverno delle obbligazioni ed il caso delle Gestioni Separate

I tassi di interesse ai minimi storici e le performance positive degli indici obbligazionari fanno ormai parte del passato.

I tassi di inflazione ben al di sopra dei tassi obiettivo delle Banche Centrali stanno spingendo queste ultime ad aumentare in modo deciso il costo del denaro. Ricordiamo che, nella riunione di settembre, la BCE ha alzato i tassi di 75 punti base portando il tasso di interesse della BCE all’1,25%. Lo stesso ha fatto la Federal Reserve: per la terza volta consecutiva, ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base, portandoli nell’intervallo del 3% -3,25%.

Ma non ci sono solo la BCE e la Fed, si tratta di un fenomeno globale con poche eccezioni. Solo la scorsa settimana, oltre la Fed, hanno alzato i tassi la Svizzera, portandoli fuori dal territorio negativo, l’Inghilterra, la Norvegia e la Svezia.

Tra le poche eccezioni citiamo la Banca centrale del Giappone che mantiene il costo del denaro a breve termine in territorio negativo e vede la sua valuta deprezzarsi.

Gli effetti sul mercato obbligazionario

Gli effetti sul mercato obbligazionario sono evidenti. Nel corso del 2022 i prezzi delle obbligazioni sono scesi per allinearsi ai tassi di rendimento offerti dalle nuove emissioni. Sappiamo che i prezzi delle obbligazioni si muovono in direzione opposta ai rendimenti.

Il prezzo di un paniere di obbligazioni governative globali è sceso dall’inizio dell’anno di più del 10%. Il paniere delle obbligazioni di società ad elevata capitalizzazione di tutto il mondo è sceso di quasi il 15%. Ed oltre il 15% sono scesi i prezzi delle obbligazioni ad alto rendimento e dei mercati emergenti.

Quindi, chi negli anni passati, non ha voluto rinunciare ad investire in asset considerati sicuri nonostante i rendimenti nulli o negativi, oggi è emotivamente in difficoltà. E se la passa ancora peggio chi, negli stessi anni, ha cercato del rendimento aggiuntivo assumendo del rischio aggiuntivo ovvero allungando la scadenza e/o puntando sui titoli high yield o dei mercati emergenti.

Agli investitori, che hanno investito in titoli obbligazionari a basso rischio, quindi di emittenti ad alto rating creditizio e denominati in valute forti, suggeriamo di gestire l’emotività ragionando a costo storico. Le obbligazioni a scadenza rimborsano a 100 e la minusvalenza attuale non si realizza se non si scambia il titolo sul secondario. Esclusa la necessità di liquidare l’investimento, fino al rimborso può essere utile valorizzare idealmente il titolo al prezzo di acquisto.

La Gestione Separata

Questa è, infatti, la situazione di chi ha assunto esposizione al mercato obbligazionario stipulando un contratto di assicurazione sulla vita, ovvero una polizza di Ramo I.

Spieghiamo meglio. La rivalutazione di questi contratti, ovvero quanto viene riconosciuto al contraente, dipende dal rendimento realizzato dalla gestione separata, ridotto delle commissioni di gestione previste dal contratto di assicurazione.

Gestione separata cos’è?

La gestione separata è un fondo appositamente creato dalle compagnie assicurative nella quale confluiscono i premi versati dai sottoscrittori di polizze di ramo I (assicurazioni sulla vita) e di ramo V (contratti di capitalizzazione). Il Fondo viene gestito in modo separato rispetto al complesso delle attività dell’impresa di assicurazione. Inoltre, secondo le regole stabilite dall’ISVAP, le gestioni separate possono investire in attività finanziarie caratterizzate da un rischio finanziario minimo.  Si tratta di attività piuttosto liquide e che garantiscano una redditività costante nel tempo. Ne consegue che le Gestioni Separate sono prevalentemente investite in titoli obbligazionari, in particolare BTP; mentre, l’investimento in titoli azionari ed in altre attività è residuale.

Come viene calcolato il rendimento della gestione separata?

Le attività in cui è investito il Fondo sono contabilizzate al costo storico, ovvero al prezzo di acquisto e rimangono valorizzate secondo questo criterio per tutta la loro durata residua. Ad esempio, il Fondo acquistata un’obbligazione emessa alla pari ovvero a prezzo 100 che rimarrà valorizzata a 100 per tutta la durata della sua vita fino al rimborso a scadenza sempre al prezzo di 100. In questo caso, solo le cedole concorreranno alla definizione del rendimento della Gestione Separata. Mentre non ha importanza che, nel corso della vita dell’obbligazione, il prezzo di mercato dell’obbligazione oscilli sopra o sotto 100. A meno che, questa obbligazione non venga scambiata sul mercato allora in questo caso la plusvalenza o la minusvalenza realizzata contribuirà alla definizione del rendimento della Gestione Separata.

Quindi, definiscono il rendimento, cedole e dividendi e plusvalenze e minusvalenze realizzate. La contabilizzazione al costo storico è il motivo per cui lo strumento della gestione separata protegge l’investitore dalla volatilità dei mercati.

La situazione è così rosea?

Nella situazione attuale anche i portafoglio delle imprese di assicurazione sono in perdita. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, l’Ania, Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, ad oggi, conta minusvalenze latenti per 5,6 miliardi di euro. Mentre, fino al 31 dicembre 2021, la situazione era diametralmente opposta e si contavano plusvalenze per 70 miliardi di euro.

Non solo, nei primi sei mesi dell’anno in corso, i riscatti sono aumentati del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Mentre, i premi versati si sono ridotti del 10%.

Il trend di aumento dei tassi, potrebbe spingere qualche investitore a riscattare la polizza. Oggi, l’investimento diretto in BTP (che sono l’investimento principale delle gestioni separate), offre un rendimento più alto. Oppure, chi teme il “rischio Italia”, consapevole del peso dei BTP nelle gestioni separate, potrebbe preferire uscire dall’investimento.

Le compagnie di assicurazione, se costrette a disinvestire per rimborsare chi vuole uscire, realizzerebbero delle minusvalenze. Le minusvalenze realizzate pesano sul rendimento della gestione e quindi su quanto riconosciuto a chi resta.

Dall’altro lato, è vero che, se scongiuriamo lo scenario di richieste di riscatto collettive, il rialzo dei tassi offre nuove opportunità di investimento anche alle imprese di assicurazione.


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