Massa ed Energia

Gentili lettori ,

i concetti di Massa ed Energia hanno attraversato i progressi della conoscenza dell’uomo del mondo che lo circonda .

All’inizio del Novecento , si era pervenuti a due leggi fondamentali per la spiegazione dei fenomeni :

  • quella di Newton per la spiegazione dei fenomeni fisici (legge gravitazionale) e
  • quella di Maxwell per i fenomeni elettromagnetici (teoria dell’elettromagnetismo) .

Ma esisteva un elemento che le due teorie spiegavano in modo contrastante : la luce , o meglio la sua velocità : la prima legge non ne spiegava la costanza , fondamento invece delle teorie di Maxwell .

Chi riuscì a risolvere la questione fu Einstein con la sua teoria della relatività , che considerò i concetti di spazio e tempo non più separati ma interdipendenti, e collegati dalla velocità alla quale si riferiscono : così come anche la massa di un corpo diventò una grandezza relativa , sempre in funzione della velocità con la quale si muoveva .

E=mc2

La famosa formula E=mc2  stabiliva una nuova e diversa relazione tra Energia e Massa : ogni corpo è dotato di una massa e di una quantità di energia .

Se quest’ultima viene ceduta , anche la massa diminuirà , e viceversa nel caso in cui l’energia venga invece assorbita ; e tutti questi processi sono direttamente collegati alla velocità alla quale il corpo stesso si muove .

Se rappresentassimo graficamente la relazione tra energia e velocità , per raggiungere la velocità della luce , cioè quella massima possibile , un corpo dovrebbe avere massa pari a zero ed energia infinita, cosa non possibile nella realtà , come sappiamo bene .

Legare il concetto di massa a quello di velocità rendeva “relative” tutte le grandezze fisiche , da qui il nome con il quale la teoria di Einstein è universalmente conosciuta.

Spazio e tempo

Non tutte le conoscenze successive e da essa dipendenti hanno avuto conseguenze positive per l’umanità : i progressi nella scienza in campo atomico nucleare ne sono un esempio ; ma oggi , se riusciamo a stabilire con esattezza l’”età” di un qualsiasi oggetto antico , lo dobbiamo anche all’applicazione delle teorie di Einstein , con l’esame degli atomi di carbonio in esso contenuti , perché ogni sostanza che emette radiazioni perde progressivamente energia (fenomeno conosciuto come decadimento radioattivo).

Al concetto di velocità , e alla “confusione” di spazio e tempo in un unico confine , sono dovute le più recenti e importanti conoscenze della materia che ci circonda, e della quale noi stessi siamo costituiti .

Energia e economia

Ma nel nostro ambito di studio economico siamo abituati a parlare di energia in relazione alla sua fonte : costo dell’energia è il prezzo delle materie prime sfruttate per ricavarla, e quando abbiamo imparato ad utilizzarla per rendere il lavoro dell’uomo meno gravoso, è stato un cambiamento così importante da costituire una vera e propria “Rivoluzione” , come in campo industriale all’inizio del diciannovesimo secolo ; e al giorno d’oggi se ne parla principalmente in riferimento al suo utilizzo e ai connessi rischi sul piano ambientale.

Ma tornando all’utilizzo più frequente del termine, il suo rapporto con l’impianto economico di un Paese si traduce nella base di formazione dei prezzi dei beni , sia per le materie prime direttamente coinvolte come il Petrolio o il Gas naturale, sia per i costi di trasporto degli stessi : ci abituiamo sempre più a fare “shopping” da casa via Internet, e sempre più sono i beni di consumo ad arrivare fino a noi e non viceversa come in passato.

E poiché l’inflazione domina lo scenario macroeconomico attuale, e le decisioni in tema di tassi di interesse delle banche centrali che cercano di frenarla, abbiamo più volte trattato l’argomento esaminando la relazione diretta tra prezzi energetici e prezzi dei beni e dei servizi ; e ci chiediamo in questi giorni se la diminuzione della dinamica inflattiva sia destinata a durare e quindi a salvaguardare il potere di acquisto delle monete tornando a livelli bassi (anche se non come nel precedente decennio) , o siamo piuttosto al cospetto di un “new normal” nel quale i tassi di equilibrio tra domanda ed offerta siano più elevati che negli ultimi due decenni.

Difficile dare una risposta definitiva, se però guardiamo al passato la relazione tra inflazione e prezzi delle materie prime energetiche è diretta: proviamo a confrontare la variazione annua della prima con la quotazione del Petrolio :

 

 

Dal punto di vista comportamentale , le aspettative di inflazione , espresse dalla differenza di quotazione tra le obbligazioni indicizzate all’andamenti dei prezzi al consumo (inflation linked) e quelle a tasso fisso , sono forse ancora più importanti del dato in sé :

 

grafico

 

Anche in questo caso, la correlazione è diretta . E se guardiamo all’andamento delle quotazioni del greggio delle ultime settimane, la loro diminuzione dovrebbe riflettersi in una inflazione in discesa ; ma d’altro canto , la richiesta di energia è anche indice di attività economica .

Non è un caso che uno dei modelli predittivi più conosciuti delle probabilità di una recessione (Chauvet) abbia raggiunto i livelli più elevati( e quindi pericolosi sul piano dello sviluppo) in coincidenza con un forte calo delle quotazioni del petrolio:

 

grafico

 

E naturalmente , in una situazione di incertezza economica , come espressa da un famoso indice (Baker, Bloom & Davis) nel prossimo grafico , aumenta di conseguenza l’incertezza sui mercati più volatili e rischiosi come quello azionario : e anche in questo caso tali periodi coincidevano con una fase discendente dei prezzi energetici:

 

grafico

 

Le analisi fin qui esposte fanno quindi ben sperare sul fronte della dinamica inflattiva, ma se il prezzo da pagare passa per una recessione economica , questo prezzo rischia di essere ben più elevato .

Ma la maggioranza degli analisti oggi concorda sull’ipotesi di un rallentamento economico che non superi la soglia recessiva , e in tale scenario il concorso di tassi di interessi più bassi non comporterà rischi particolari sui mercati , anzi : diversamente torneranno di attualità strategie più adatte allo scenario, come, per esempio, quelle basate sul reddito fisso .

Senza però mai dimenticare la ciclicità dei fenomeni economici ; i periodi di debolezza offriranno anche , quando nella loro naturale evoluzione tenderanno ad esaurirsi,  di cogliere buone opportunità a quotazioni convenienti : traendo “energia” dalla “massa” , per ricordare il titolo , cioè andando, con le opportune scelte  nel momento più adatto, anche contro il pensiero dominante del momento in tema macroeconomico e soprattutto finanziario , in chiave prospettica .

Se l’aver pensato ad un concetto di spazio e tempo dilatati ha fatto da base alla teoria della relatività e alle più importanti ricerche scientifiche dell’ultimo secolo , applicarlo alle strategie di investimento non sarà mai un errore.

Proseguiamo come solito con il commento all’andamento dei principali mercati nella scorsa settimana .

Andamento dei principali indici e mercati e commento 

tabella

Indici Azionari

Riprende il segno positivo per gli indici azionari dopo la settimana precedente che era stata più incerta, e proprio il confronto con essa ci fornisce gli spunti più interessanti : infatti , alcuni tra gli indici e settori che erano stati più penalizzati nell’ottava precedente sono quelli che hanno guidato il recupero , mentre altri hanno confermato il segno positivo. P

er esempio, gli indici delle borse europea ed italiana che avevano sottoperformato quelli statunitensi chiudono la settimana con la più ampia variazione positiva ; oltreoceano , l’indice Russell 2000 che si basa sulle società di piccola capitalizzazione è passato dal -3,15% al +5,42% .

Materie Prime

A livello settoriale, a guidare gli ultimi rialzi sono stati il comparto delle Materie Prime (non quelle energetiche) e quello del Retail (commercio, grande distribuzione) , quest’ultimo mette a segno sia in Europa che negli Usa incrementi superiori al 5% , dopo essere stati entrambi tra i peggiori sette giorni prima .

Una veloce “rotazione settoriale” . Ancora più interessante è però il paragone tra indici e settori che hanno mantenuto il segno positivo tra le due settimane: tra questi l’indice tecnologico Nasdaq , che con la chiusura di venerdì ha praticamente doppiato il risultato da inizio anno del più ampio ( e diversificato) indice S&P500 (+34,96% contro +17,57%) .

Ciò significa che, al di là delle oscillazioni di breve periodo , alcuni temi restano leit-motiv , e fanno da sfondo agli scenari più generali , “come rain or come shine” , in qualsiasi fase : il primato delle società Techs , sopra tutte le altre.

E guardando alla correlazione tra asset class, il fatto che questa settimana i rendimenti delle obbligazioni di riferimento (Treasury Bond a 10 anni) siano scesi sotto il 4,5% , anche qui con andamento opposto rispetto a sette giorni prima , la dice lunga sulla “dipendenza” dei mercati azionari dalle prospettive sul costo del denaro : ma guardando alla differenza tra classi di rating all’interno del reddito fisso , si è ripetuto il (leggero) primato degli emittenti “investment grade” rispetto a quelli di grado inferiore : quindi obbligazioni “su” ma privilegiando la sicurezza e colmando progressivamente il divario tra “corporate” e “high yield” che aveva ispirato gli ultimi mesi .

E a ben vedere , se i rendimenti scendono di più (con l’opposta dinamica delle quotazioni) sugli emittenti “prime” , qualche dubbio il mercato deve averlo , del tipo : va bene l’inflazione in calo e i tassi a seguirla , purchè non siano i prodromi di una fase recessiva , perché a quel punto cambierebbero i paradigmi di valutazione . I

l discrimine diventa : ci sarà più guadagno dal minore costo del denaro , o più sacrificio dalla diminuzione dell’attività economica , intesi come riflessi sui bilanci aziendali e quindi sui multipli di mercato ?

Nei prossimi mesi avremo la risposta definitiva , per ora un contenuto rallentamento economico è l’ipotesi più gettonata dagli analisti .

Commodities

Non a caso, passando alle commodities, il segno ancora negativo davanti al risultato dell’andamento del Petrolio (che sarebbe stato ben più debole senza le ultime sedute di recupero) va di pari passo con i dubbi in tema crescita del Paese che ne importa di più (Cina) , i cui riflessi si estendono ovviamente al resto del mondo ; ma i metalli industriali (Rame, e anche Argento) sono invece riusciti a recuperare completamente il calo dell’ottava precedente , complicando un po’ la lettura complessiva.

L’Oro ritorna a salire, accompagnando il calo dei rendimenti di cui si parlava sopra, che si è riflesso ampiamente sulle quotazioni del Dollaro Usa , tornato ad affacciarsi contro Euro sopra 1,09 dopo alcuni mesi , trascinando al ribasso anche il vicino Canadese , più sensibile agli andamenti dei listini  delle materie prime , ma favorendo invece le divise dei Paesi Emergenti , che dal biglietto verde più debole beneficiano in termini di costo del loro debito estero in valuta .

Le altre principali valute europee (Sterlina, Franco Svizzero)  sono rimaste pressochè invariate rispetto all’Euro , condividendone l’apprezzamento verso l’USD ; lo Yen Giapponese resta sopra 150 contro Dollaro, in attesa delle possibili mosse della Bank of Japan , vicenda che sta assumendo contorni da “telenovela” tra continue dichiarazioni di principio cui non hanno (finora) fatto seguito mosse concrete .

Come diceva qualcuno anni fa, la politica monetaria si fa più con le parole che con i fatti , e dalle parti di Tokyo i seguaci del motto restano in maggioranza fedeli al suo dettato.

La sintesi della situazione , come solito , è riassunta di seguito dal nostro indicatore .Dopo i progressi dell’ultima settimana, è rientrato in una fase di neutralità : i mercati hanno avuto l’opportunità di valutare positivamente gli sviluppi sul fronte inflattivo e forse hanno bisogno di tirare un po’ il fiato dopo la corsa, ma il quadro generale continua a fornire una chiave di lettura sostanzialmente ottimistica.

grafico


ATTENZIONE

einstein in versione fumetto che dice che il contenuto non è stato prodotto con ausilio di AI


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19 Novembre 2023