Passaggio a Nord-Ovest

Gentili lettori ,

il titolo si riferisce alla terza possibile rotta che permette di passare via mare dall’Atlantico al Pacifico o viceversa. Partendo da Sud le alternative sono: doppiare il pericoloso Capo Horn , attraversare  il Canale di Panama , oppure circumnavigare il Canada attraverso il Mar Glaciale Artico , percorrendo la rotta conosciuta appunto come passaggio a nord-ovest .

paesaggio mare monti

Le prime spedizioni

A partire dalla colonizzazione del Continente Americano , varie spedizioni si sono succedute nel corso dei secoli , a partire da Sebastiano Caboto alla fine del ‘400 , poi all’inizio del ‘600 Henry Hudson arrivò a latitudini superiori, dando il suo nome al fiume che attraversa New York e più a Nord alla omonima Baia tra le regioni di Quebec e Nunavut.

Ma fu solo a metà del XIX secolo che i tentativi si spinsero ancora oltre , con la sfortunata spedizione di John Franklin , che aveva collaborato a fondare la Royal Geographical Society , con le due navi Terror ed Erebus già utilizzate in Antartide da James Ross (la seconda aveva ispirato all’esploratore il nome del vulcano attivo ivi scoperto) ; i membri degli equipaggi non sopravvissero , in quanto le navi furono bloccate dai ghiacci e il tentativo di raggiungere via terra l’insediamento più vicino non ebbe successo .

Il primo a riuscire nell’impresa nel 1906 fu l’esploratore norvegese Amudsen che impiegò tre anni per scoprire il passaggio : ma era una rotta non sfruttabile commercialmente perché spesso occupata da ghiaccio e su fondali poco profondi .

Una deviazione al percorso fu esplorata e percorsa con successo da Henry Larsen , ufficiale canadese che nel 1940 navigò da ovest verso est partendo da Vancouver per giungere ad Halifax , capitale della provincia di Nuova Scozia  , e ritornando a destinazione scoprì il nuovo percorso che gli consentì di ridurre il tempo necessario dai 28 mesi del primo viaggio a 86 giorni .

cartina

L’attuale rotta

Recentemente , nel 2008 il riscaldamento dell’atmosfera ha prodotto temperature tali da sciogliere quasi completamente i ghiacci che impedivano il passaggio , e rendendo navigabile anche il percorso alternativo che passa a Nord della Russia :

Ma restiamo in zona Canada per darvi conto di una correlazione tra mercati che dimostra come i fondamentali economici , attraverso la loro influenza sul mercato dei cambi , siano alla radice del suo andamento , che poi condiziona direttamente o indirettamente le strategie di asset allocation .

Canada e la correlazione tra mercati

Dunque , il Canada come risaputo è uno dei principali fornitori di materie prime dell’economia globale , tra cui petrolio e derivati , legname e via discorrendo.

La domanda delle stesse materie dipende essenzialmente dalla crescita economica ed è maggiore nei periodi di sviluppo e tende a diminuire durante il suo rallentamento .

Ora , invece di riferirci al petrolio le cui dinamiche di prezzo sono frutto di delicati equilibri politici internazionali ,prendiamo a riferimento il prezzo del Rame , minerale che per la sua conducibilità dell’energia elettrica è utilizzato in qualsiasi impianto , fisso o su veicoli , ed è un affidabile termometro delle prospettive di crescita per ovvi motivi  .

Proviamo a raffrontare l’andamento del suo prezzo (attraverso i contratti future) con il valore del Dollaro Canadese , che rapportiamo a quello Statunitense : ebbene , i due andamenti sono praticamente coincidenti , a testimonianza di un legame che , come il Passaggio del titolo , offre una rotta più diretta agli interpreti dei segnali provenienti dai mercati .

Ecco il grafico relativo :

Coglieremo ancora occasione per parlare di altri indicatori (talvolta meno “esplorati” delle comuni rotte di asset strategy ) e delle loro possibili chiavi di lettura per meglio interpretare la dinamica dei mercati , soprattutto quelli che sviluppano le loro tendenze sul lungo periodo , che è quello che ci prefiggiamo sempre come moltiplicatore dei nostri investimenti .

Ma il lungo periodo è la somma di tanti altri più brevi , non perdetevi allora il commento che di seguito dedichiamo all’ultima settimana dei mercati .

Andamento dei principali indici e mercati e commento .

Il dato più appariscente è quello degli andamenti dei mercati borsistici principali ,  con il segno negativo a precedere le ampie variazioni degli indici , ma il più importante è quello del rialzo dei rendimenti dei titoli obbligazionari statunitensi , nuovamente sopra il 4% dopo essere arrivati a sfiorare il 4,20% in settimana : più significativo perché le aspettative sui tassi di interesse si sono modificate e con essi le prospettive di politica monetaria.

Lo scenario di una economia in recessione appare meno probabile e di conseguenza anche atteggiamenti meno restrittivi da parte delle banche centrali si allontanano nel tempo , pur in presenza di una inflazione in calo .

Ma non è l’inflazione che fa l’economia , ma viceversa , e i recenti cali della prima sono stati anche influenzati dal raffronto con i mesi di un anno fa , quando era particolarmente elevata per i noti problemi geopolitici e le loro conseguenze sui prezzi delle materie prime.

Si tratta del cosiddetto “base effect” .

A livello di settori , valga ad esempio l’andamento di quello delle Utilities , normalmente difensivo ma tra i peggiori della settimana perché molto sensibile all’andamento dei tassi d’interesse : le società del comparto contano su flussi costanti di entrate derivanti dalla commercializzazione di energia elettrica , gas , acqua e così via , ed il loro valore di borsa viene previsto scontando quei futuri flussi ad un tasso che , a parità di altre condizioni , è inversamente proporzionale al prezzo dell’azione nei calcoli degli operatori .

L’unico settore positivo è quello dell’energia , o meglio dei produttori di energia , sulla scorta di un prezzo del petrolio tornato stabilmente sopra 80 dollari al barile per la loro decisione di prorogare i tagli alla produzione . La volatilità è in aumento e non  per la rarefazione degli scambi del periodo agostano ma proprio per le maggiori incertezze .

Dollaro stabile sul mercato dei cambi, ma solo raffrontando apertura e chiusura di settimana , perché nel periodo ha oscillato in modo ampio per le reazioni degli operatori ai dati macro di ultima pubblicazione

spesso contrastanti tra loro, come la diminuzione rispetto alle previsioni del numero dei nuovi occupati , compensato dall’andamento sostenuto delle retribuzioni oltreoceano. In proposito l’attenzione nei prossimi giorni sarà per quello rilasciato giovedì 10 relativo all’inflazione Usa .

La sintesi della situazione , come solito , è riassunta dal nostro indicatore ; in riferimento a venerdì 4/8 segna un valore a quota 37,5 , testimone del clima incerto e dei dubbi degli operatori cui sopra ci siamo riferiti .

ATTENZIONE

einstein in versione fumetto che dice che il contenuto non è stato prodotto con ausilio di AI


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7 Agosto 2023