La settimana prossima avrà luogo un particolare meeting della Banca Centrale Europea; esso sarà il primo meeting dal 2008 dove la banca si trasformerà da colomba a falco e alzerà i tassi di un ammontare estremamente elevato.
I contratti future (che incorporano le aspettative dei mercati sui tassi futuri) prezzano oggi un rialzo di 75 punti base (0,75%), che porterebbe i tassi di riferimento europei a breve termine al 1,25%.
Se così fosse sarebbe il più grande rialzo dei tassi di politica monetaria europea da… sempre!
Non dovrebbe sorprende tuttavia tale approccio della BCE, anzi i rialzi sono arrivati con straordinario ritardo rispetto alla Federal Reserve americana.
La BCE infatti ha come unico obiettivo quello di mantenere l’inflazione ad un valore di medio periodo vicino al 2%, ben distante dal 8,9% attualmente presente in Europa. Non si capisce quindi perché sia stata così lenta a combattere l’aumento dei prezzi.
Chiaramente i rialzi avranno effetti istantanei sull’economia europea.
- Per prima cosa le imprese ed i cittadini avranno un istantaneo balzo all’insù dello 0,75% delle uscite di cassa per il pagamento degli interessi passivi su mutui e finanziamenti a tasso variabile.
Ciò dovrebbe causare un rallentamento della domanda interna e dell’attività economica in generale.
- Per seconda cosa tassi di interesse in aumento dovrebbero arginare la caduta libera dell’Euro nei confronti del dollaro; l’ Euro più forte potrebbe ridurre l’inflazione da commodity importata dall’estero.
Entrambe le dinamiche dovrebbero rallentare l’aumento dei prezzi tendenziale.
Infine, un rialzo di 75 punti base potrebbe dimostrare finalmente la seria volontà della BCE nel combattere l’inflazione e potrebbe migliorare la sua credibilità nel medio termine, evitando che le attese di inflazione si disallineino dal 2% target della banca.
Insomma è importante che la BCE dia segnali chiari e non sia timida.
Resta il rischio di un ampliamento degli spread creditizi tra Bund e periferia (BTP compreso), tuttavia la BCE ha innumerevoli tools per arginare la frammentazione, in molti si aspettano che continui ad utilizzarli senza esitazione, anzi magari aumentandone l’intensità.
Dall’altro lato, eventuali timidezze da parte della BCE porterebbero ad avvitamenti ulteriori del tasso di cambio EURUSD sotto la parità, creando ulteriori tensioni inflazionistiche e rendendo inutile il sacrificio di chi pagherà rate sul debito maggiori.
Sembra abbastanza palese quindi che rialzi forti e vicini, potrebbero portare a benefici nel medio termine e tassi tendenziali più bassi.
Durante un crisi energetica ciò può sembrare rischioso ed impopolare, ma strategico per l’equilibrio futuro!
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